I cani non si comprano - Allevamento labrador di casa Bertoldo

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I cani non si comprano.

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di VALERIA ROSSI –
l titolo di questo articolo mi è stato suggerito da una lettrice e amica di FB, praticamente disperata in quanto “vittima” proprio di un regalo non richiesto.
Questa signora aveva un cane corso, che è stato il suo più grande amico per undici anni: ora che è venuto a mancare, lei si stava informando seriamente sulle cucciolate disponibili, disposta ad attendere con pazienza la nascita di “quella giusta”: quando, all’improvviso… ecco, dalle sue stesse parole, ciò che è successo:
Sabato mi telefona mia mamma: “Sei a casa domani?” “Si, perché?” “Perché io e A… (mia sorella) dobbiamo venire a trovarti: abbiamo una sorpresa!”.
Una sorpresa? Che sarà mai?
“Va bene. Venite pure dopo pranzo”.
Arriva la domenica. Alle 16.00 circa suona il citofono. È mia mamma con mia sorella e famiglia al seguito.
Apro il cancelletto, apro la porta per accogliere l’orda in casa e vedo mia sorella entrare nel giardino con uno scatolone in mano: tutti avevano dei sorrisoni che se non avessero avuto le orecchie, sarebbero continuati dietro la testa.
Arrivano alla porta di casa, mi piazzano lo scatolone in mano e…. “sorpresa!!!” gridano tutti (da notare che il mio compleanno è a settembre).
Cosa c’era nello scatolone? UN CUCCIOLO!!!
“Ma… cos’è? Perché?….”
Non sapevo cosa dire. Ero paralizzata, con quello scatolone contenente il cucciolo in mano.
“Ma è un cagnolino, non ne volevi mica uno?”
“Si, mamma, ma io volevo un cane corso…”
“Ma un cane è un cane, che differenza fa? Anzi, questa è una femmina. Tu avevi un maschio!”
“Ma mamma, io il cane me lo volevo scegliere, e poi mica sono tutti uguali, volevo un corso per più di un motivo!” Insomma, per farla breve, e abbandonando il discorso diretto, mia sorella ha questa collega la cui cugina ha questa cagna che ha fatto una cucciolata.
Da quello che sono riuscita a sapere (anche perché la collega di mia sorella ho preteso che venisse chiamata, ma sua “cugina” è stata irreperibile), questa cucciola ha meno di due mesi, la mamma è una grossa meticcia (circa 30 kg), del padre non sono riuscita a sapere nulla.
Ecco come si rovinano i rapporti familiari!
Mia mamma è andata via piangendo, mia sorella infuriata… e io adesso mi ritrovo con una cucciolina poco più che neonata, che nè i miei nè la proprietaria della mamma vogliono indietro.
Perché oggi sì, sono riuscita a parlare con questa Sciuramaria al’ennesima potenza: la mamma della cucciola è un incrocio pastore tedesco e boxer, mentre il papà è un incrocio amstaff e rhodesian… più ad minchiam di così…
La cucciola ha 45 giorni (“ma è già svezzata, il latte dalla mamma non lo prende più!”) e “anche gli altri sette suoi fratellini li ho già dati via tutti!”
Ultima chicca:  “Assolutamente non posso riprenderla indietro, eppure ero convinta che tu fossi amante dei cani, se proprio non la vuoi, portala al canile!”.
E adesso cosa faccio? Ah, naturalmente la cucciola non ha neppure il microchip:  in compenso le mie figlie (quelle che “non sono ancora pronta per avere un altro cane, perché con Zeus ho sofferto tanto”) si sono perdutamente innamorate della cucciola e non vogliono assolutamente che le trovi un’altra sistemazione. So che non mi può aiutare, se non dandomi qualche consiglio, ma scriva un articolo che dice che i cani non si regalano… nemmeno a chi li vuole!
Ecco da dove nasce questo titolo.
Ed ecco che scrivo, eccome, l’articolo richiesto… perché è proprio così: i cani NON si regalano, mai, per nessun motivo al mondo.
Regalareste un fidanzato a una ragazza che ha ventilato l’idea di sposarsi? Le direste che “tanto gli uomini sono tutti uguali, uno vale l’altro”?
E non ditemi che “non è la stessa cosa”,  perché invece il concetto di base è proprio lo stesso: quando si desidera un nuovo membro della famiglia, il suo arrivo deve essere il frutto di una scelta ponderata e meditata.
Non può capitarci tra capo e collo,”imposto” da qualcun altro.
Rifilare un cucciolo a qualcuno, anche a qualcuno che desiderava un cane, NON è una “bella sorpresa”: è un’inaccettabile violazione del suo diritto di scelta.
Lasciamo pure perdere il fatto che questa specifica cucciola sia un vero “pasticcio” di razze ben poco compatibili tra loro, per di più male allevata e strappata troppo presto alla mamma: sono sicurissima che la nostra amica riuscirà a farne un “cane per bene”, perché si occuperà con competenza e passione della sua educazione.
Ciò non toglie che lei avesse il sacrosanto diritto di portarsi a casa il cane che desiderava: e che la stessa cucciola avesse il diritto di essere voluta e desiderata.
No, perché… questa signora è una vera cinofila, che come tale  finirà per amare la piccoletta come già la amano le sue figlie: ma se si fosse trattato invece, di qualcuno che seguiva il consiglio della Sciuramaria “allevatrice”, e la portava in canile? (Nota: ci ho messo le virgolette perché mi vengono le bolle al pensiero di unire questo termine alla figura in questione… ma la legge definisce “allevatore” il proprietario di qualsiasi fattrice che abbia una cucciolata).
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